16 dic 2008

La sindrome dei numeri 1!

Quando arriva in edicola il numero 1 di una nuova serie italiana (bonelliana-bonellide, per essere precisi), spero sempre che mi inchiodi alla lettura e mi faccia affezionare fin dal principio. Cosa, ahime, sempre più difficile. La novità più significativa dell'ultimo periodo rimane, secondo me, il Volto Nascosto di Gianfranco Manfredi. Ma quest'anno molte case editrici si sono date appuntamento a Lucca per sfornare le loro novità: sia Bonelli, che "bonellidi". Andiamo a vederle... 

L'INSONNE: Un nuovo inizio per la saga di Di Bernardo e Matteuzzi
Consideriamo questa "recensione" un fuori concorso: infatti L'Insonne 1 della Edizioni Arcadia è in realtà il numero 11 della serie interrotta dalla FreeBooks. Serie che ho seguito fin dal numero 0 con sempre grande entusiasmo, forse per certe atmosfere "martinmysteriane", ma anche per la capacità di dipanare intrecci a lunga scadenza, che finalmente in questo numero 11 stanno per venire al pettine. Infatti ho apprezzato molto il senso di predestinazione che aleggia in tutta la storia. Desdy capisce che c'era una ragione in tutto quello che le è successo di recente. E poi, finalmente, il riassunto con tutti i riferimenti ai numeri precedenti e le note all'interno dell'albo che rimandano agli altri albi. Adesso mi sono fatto un'idea più chiara della grande matassa narrativa storica alla base della saga di Desdy Metus. Ma avrebbero dovuto cominciare a farlo prima, non nel restart. Poveri i nuovi lettori, dico io. Ottima la veste editoriale. Spero di riuscire a vedere i rimanenti due o tre episodi prima della pensione.


DAVID MURPHY 911: Il nuovo blockbuster di Roberto Recchioni.
Roberto Recchioni sa cosa significa confezionare un "prodotto" fumettistico. E quindi con un'idea semplice, ma non per questo non forte, confeziona questo albo all'adrenalina che strizza l'occhio (forse tutti e due a dire il vero) a John MacLane di DieHard. Ma secondo me è troppo "prodotto" e poco "fumetto". Se serie come Magico Vento stregano pubblico e critica, non capisco una serie come David Murphy 911. Secondo me, è una serie che stancherà presto. Vorrebbe essere un blockbuster, ma secondo me si rivelerà un boomerang. E da Roberto, che ha una fortissima coscienza del seguito che ha tra i lettori, mi aspettavo una prova che stupisse i suoi fedelissimi e magari facesse ricredere i suoi detrattori (non io, per carità). Comunque non credo che la continuerò...magari vado a leggere gli altri albi a scrocco in fumetteria ;-)


TRIGGER: la nuova idea di Ade Capone.
Anche questa una miniserie. Capone lo apprezzo molto più di Roberto, devo ammetterlo, perchè con il suo Lazarus ha saputo percorrere idee e percorsi del fumetto molto prima di altri. L'idea c'è anche qua, e si vede fin dalle prime pagine. Le premesse ci sono, la storia si fa leggere ma i momenti di "deja-vu" sono tanti. I disegni non sempre all'altezza, devo dire, ma comunque sempre professionali. A sensazione è la struttura che non mi finisce di convincere. Quattro episodi dedicati ad ognuno dei protagonisti, e poi un numero finale in cui si intrecceranno. Temo che andrà incontro alla maledizione dell'italico fumetto, che se non sbatte il nome di un personaggio in copertina non tira lettori neanche se dentro ci sono capolavori. Va bene la storia corale, ma il sistema adottato secondo me destabilizza il lettore. Avrei tentato un intreccio più fitto per fare interagire i personaggi all'interno degli albi. Ma sono fiducioso. La seguirò senz'altro.


LILITH: il nuovo fumetto di Luca Enoch.
E non ho usato la parola fumetto a sproposito. Solidamente ancorato nella tradizione delle regole bonelliane, come sempre Enoch gioca tutte le sue carte per emanciparsi dalle stesse, e far si che le serie con il suo nome non siano solo "serie Bonelli", ma serie di "Luca Enoch". L'albo a me è piaciuto tantissimo. L'ambientazione durante la Guerra di Troia, la violenza selvaggia della protagonista mai gratuita ma funzionale al racconto, il suo destino nei flashback provenienti dal futuro, la definizione dei personaggi, e poi quel finale...quell'ultima tavola che ti fa capire come un personaggio che avevi forse snobbato per tutta la storia si rivela come il più importante di tutta la Storia (si, con la maiuscola). In più mi piace molto l'idea della "viaggiatrice del tempo" (un tema narrativo, ancora oggi, ricco di potenzialità): ogni albo un periodo storico e un'ambientazione diversa, con personaggi quindi sempre diversi. Insomma, un altro bel colpo della Bonelli, che continua a rinnovarsi alla grande, secondo me. E grande Enoch, ovviamente, che continua ad essere uno degli autori che seguo con interesse sempre crescente.

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